Nel 2016, in virtù del GDPR (General Data Protection Regulation – Regolamento UE 679/2016), si è assistito ad una autentica rivoluzione copernicana della privacy.
I dati da proteggere ora sono soltanto quelli delle persone fisiche, degli esseri umani. Tuttavia, i principi sottesi sono sempre più pregnanti. Fra essi la accountability, che traduciamo come autoresponsabilità. In sostanza, non basta più predisporre la documentazione. L’approccio alla riservatezza è ora incentrato sul massimo sforzo per tutelare i dati delle persone. A maggior ragione, quelli particolari e sensibili: dati che lasciano intuire preferenze religiose, politiche, filosofiche, sessuali, oppure dati biometrici, genetici e sanitari.
Alcuni professionisti dello studio sono stati già DPO (Data Protection Officer) per importanti imprese; hanno preso parte ad approfonditi Audit e DPIA (Data Protection Impact Assessment, alias valutazione di impatto del trattamento dei dati da parte delle imprese).